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Correlazioni in Medicina



Gli antinfiammatori Coxib ed il rischio cardiovascolare


I coxib, cioè i farmaci antinfiammatori ad azione inibitoria selettiva della cicloossigenasi-2 ( COX-2 ), sono stati sviluppati sull’ipotesi che l’enzima COX-2 fosse la fonte delle prostaglandine E2 ed I2, coinvolte nel processo infiammatorio.

Negli Stati Uniti, l’FDA ha approvato negli ultimi anni 3 coxib: Rofecoxib ( Vioxx ), Celecoxib ( Celebrex ), Valdecoxib ( Bextra ).
In Europa l’Emea, oltre ai tre precedenti, ha dato l’autorizzazione ad Etoricoxib ( Arcoxia ) e a Lumiracoxib ( Prexige ).

Nell’arco di pochi anni i coxib sono diventati tra i farmaci più prescritti, grazie ad un marketing aggressivo.

Il ritiro dal mercato da parte di Merck del Rofecoxib ha aperto la discussione sulla sicurezza dei coxib, e della loro utilità clinica.

Diversi anni fa alcuni Ricercatori della Pennsylvania University avevano dimostrato che sia il Rofecoxib che il Celecoxib erano in grado di sopprimere la formazione delle prostaglandine I2.

Le prostaglandine I2 sono prodotti dalla cicloossigenasi a livello dell’endotelio. In vitro inibiscono l’aggregazione piastrinica, causando vasodilatazione, e prevenendo la proliferazione di cellule vascolari della muscolatura liscia.

In un primo tempo si riteneva che le prostaglandine I2 derivassero principalmente da COX-1.
Questa ipotesi si è rivelata nel tempo non corretta, poiché è stato dimostrato che la maggior parte delle prostaglandine I2 derivavano da COX-2.

I coxib sopprimendo la formazione di prostaglandine I2 COX-2-dipendenti predisporrebbero i pazienti ad infarto miocardico o ad altri eventi trombotici, come l’ictus.

Un primo allarme riguardo al potenziale rischio cardiovascolare dei coxib, e specificatamente del Rofecoxib, è stato lanciato dallo studio VIGOR ( Vioxx Gastrointestinal Outcomes Research ).

In questo studio è stato osservato un significativo aumento dell’incidenza di infarto miocardico rispetto ad un classico FANS, il Naproxene.

Da allora una serie di indagini epidemiologiche hanno messo in dubbio la sicurezza cardiovascolare dei coxib.

Analisi più accurate, inoltre, stanno ridimensionando i benefici gastrointestinali di questi farmaci. ( Xagena2004 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2004

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